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Visualizzazione dei post da dicembre, 2016

"L'uomo che lottava con i cani": recensione

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Dalla pagina culturale della "Nuova Sardegna", 3 ottobre.

Il peccato e l'oblio

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Il peccato vero, quello più grande, inespiabile, è uno: il passato. Ma non per chissà quale motivo. Semplicemente perché è stato. Io lo odio con tutto me stesso. Vorrei dimenticarlo per sempre, sì, anche nelle sue bellezze, anche nei suoi momenti meravigliosi e vivere in un eterno presente privo di routine e abitudini. Lo odio perché mi fa cadere nel tempo, mi fa sentire l'illimitato potere dell'eternità, lo sconvolgente silenzio dell'infinito. Non è il movimento, come mi ero convinto ingenuamente, a evocare l'idea della vita. Ma è il movimento stesso che, proprio mentre celebra nuova vita, trasforma, corrode, corrompe e porta inevitabilmente anche morte. E io continuo a non volerlo accettare. Dimenticare tutto sarebbe terribilmente bello. Dimenticarlo senza dolore, senza consapevolezza. Forse sbaglio, forse è solo un momento di malinconia innescato da fotografie che mostrano quanto i corpi, nel tempo, mutino, si corrompano. Forse passerà anche que

"Il mondo creato" di Franco Ferrucci: da riscoprire

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Straniamento come diottria privilegiata attraverso la quale osservare la realtà e la natura dell'uomo. Innumerevoli gli antecedenti, indubbiamente, da Rabelais a Swift, da Pulci ad Ariosto, ma non sono in molti a poter vantare una tale ottica privilegiata quale quella di Dio, protagonista, nonché io narrante, di uno  dei romanzi più originali e struggenti (e poco ricordati) degli ultimi quarant'anni:  Il mondo creato , di Franco Ferrucci, anno domini 1986. Capolavoro profetico, quello dello scrittore toscano , innervato del medesimo pessimismo storico dello sciasciano  Il cavaliere e la morte , dato alle stampe nel 1989. La conformistica nostalgia degli anni Ottanta non ha finora portato a una rilettura costante e, si passi il termine, necessaria alla divulgazione di quelle esperienze letteraria atte a divenire filtro pronto a sondare l'indecifrabile e il caos dell'ultimo decennio; forse proprio perché non particolarmente attrattiva per il mercato, quel mercato che nel