Espiazioni e purificazioni di Filippo Pace nel Monastero di Clotiferro
Dodicesimo giorno nel monastero di Clotiferro. Cellulari, computer, televisori: aboliti. Esercizi spirituali: costanti. Niente donne, nessuna chitarra, zero libri. Mi pento, espio, purifico i miei pensieri. Non mangio funghi velenosi; in refettorio, a capo chino, penso solo alla minestra; mentre ammaestro gli uccelli e allatto i cinghiali coltivo l'oblio. Questa sera, nella mia celletta, è tornato a trovarmi frate Goffredo. Sono le 21: vorrei andare a dormire, è già tardi. - Mancano ancora pochi giorni e sarai reinserito nuovamente in società - comincia il mio amico, sessantaquattro primavere sulla barba grigiastra. - Già. - Hai bruciato il tuo abito da Arlecchino? - L'ho sepolto in una buca profondissima. Frate Goffredo è perplesso; s'accende uno spinello, lo fuma con disincanto e poi replica: - Sarebbe stato meglio bruciarlo. - Hai ragione, lo farò non appena uscirò da qui. - No, ormai lascia stare così. Ti sei pentito? - Sì, ma non sarà ma