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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Da quella discesa laggiù

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- Credo che io debba ricominciare dalla campagna. - In che senso? - Da quella discesa laggiù, con mio nonno, le mucche portate in fune, l'odore di fieno e di verità. - La solita ricerca di innocenza, o no? - Non credo. Molto di più, molto di meno. - Vago, evasivo. - Chissà. Pavese faceva dire ad un suo personaggio che la terra era come la donna, bisognava capirla, aveva le sue lune. Oggi, in campagna, in questa domenica di fine settembre, mi ritornava in testa questa frase. E mio nonno. Il suo cappello. - Il mare all'estate, la campagna all'autunno. Giusto? - Giusto. Anche se non così schematico. Contano tanto anche le foglie gialle, le frenesie autunnali, l'attesa di una nuova nascita. I tordi, i merli, i funghi. Il cane. - Hai avuto tanti cani, ricordo male? - Sempre troppo pochi, per me che li ricordo. - Dimmi i nomi... - Virgola, Bobo, Jack, Gilda, Argo, Ulisse. - Gli ultimi addirittura omerici. - Al mito non c'è scampo. Come al wes

Confessione

Mi hai detto che con l'autunno rivedremo il nostro viale alberato che sbocca sul mare e che parleremo, mentre mille foglie gialle danzano intorno a noi, di tutto quel che ho dimenticato. E mi assale il perduto, come sempre. Vent'anni. Ecco quanto è passato. La prima volta... Ingordigia mitologica di innocenza, di passione, Poi la Storia, quella che ti stupra l'infanzia, quella vera, senza ironia, quella che dice no all'immortalità, quella che mi vede agguerrito alfiere di coraggiosa non consapevolezza e bambinesca. Mi offri da bere? Ti ricordi quella signora che scriveva lettere a suo figlio partito chissà dove e con chissà chi? Non bisogna mai dimenticare che partire significa in qualche modo ritornare. Ma dall'altra parte, dal verso opposto. Eppoi i colpi di coda, che foga, che folla, stai per diventare invidiato, sei bravo, sei un passo avanti. Ti ricordi? Peccato, dicevi, ancora quell'anticonformismo. E nel 2004 la libertà. Occhi negli occhi e negli

Prefazione a "Colte Idiozie"

Portatemi un circo e vi dirò che cosa potreste essere. Nella gabbia dei leoni, fra tigri assonnate e l'esuberanza di elefanti, fra pagliacci esagitati e scosciate trapeziste voilà , il miracolo è fatto. Tra le lame di coltelli dell'allegro lanciatore, fra le lacrime di coccodrilli in passerella - e la musica a rimbombare e l'applauso all'imbonitore - ecco a voi lo specchio che rovescia su di noi lo sguardo ritornato per, se non proprio a capire, provare a indovinare dove arriveremo. Tra saltimbanchi e parvenue le colte idiozie trovano spesso luogo e ci danno la misura non tanto di che cosa manchi, ma di quale immaginario si affacci dietro la coltre di gaffes , sproloqui e puro nonsense. Niente retorica, insomma, né moralismo da pseudointellettuale sdegnato: le 'perle' qui raccolte sono il frutto di anni di esami e interrogazioni nell'ambito umanistico, in special modo in quello letterario. Gli autori, che sentitamente ringrazio, sono studenti di lic

Recensione 'metafisica' di C'era una volta la Rivoluzione

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Risale a qualche mese fa.