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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

Gianni Langiu e i suoi Lucignoli nel vento

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Non si può ingannare il tempo, né eludere un nuovo inverno, il freddo che congela per sempre la primavera perduta nella sua morsa di ghiaccio. E forse se fosse possibile, non sarebbe neanche giusto. Ma il tempo lo si può raccontare, rappresentare, trasfigurare come fa il mio amico regista Gianni Langiu che riadatta  liberamente un racconto di Sandro Chiappori  (vincitore del premio Logudoro 2015) e gira il corto Lughinzos in su bentu (lucignoli nel vento)  mostrando padronanza del mezzo e una sempre maggiore consapevolezza tecnica. La storia di un padre che abbandona sua figlia diviene un nostos conoscitivo: quarant'anni sono tanti, di inverni ne sono seguiti parecchi; il treno che va, il mare immobile, la bambina sulla spiaggia, la donna alla finestra, il dialogo incessante, tutto diviene simbologia dell'abbandono e ricomposizione catartica (magari solo sognata) del trauma primigenio. Gianni Langiu si avvale di una espressiva Maria Antonietta Pirrigheddu e trova una ma

L'editore che non paga

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L'editore che non paga è sorridente, educato, civile. S'indigna per le ingiustizie dei poveri, degli oppressi, dei ceti meno abbienti. L'editore che non paga è un uomo per bene, ama la cultura e la protegge. Sa essere attento, puntuale, preciso. L'editore che non paga si scaglia contro gli squali che fagocitano il mercato, mantiene buoni rapporti con i librai salvo assalirli per poi azzannarli se sono in ritardo con i pagamenti. L'editore che non paga osserva sgomento il triste proscenio del presente affollarsi di comprimari biechi e squallidi attratti solo dal denaro. Vagheggia la cultura, vaneggia, dileggia. L'editore che non paga è dispiaciuto se non paga i suoi autori, ma da che mondo e mondo si sa che il sistema è quello che è e l'editore che non paga è nobile anche quando non paga ed anzi meno paga i diritti e più si nobilita. L'editore che non paga è l'uomo nuovo perché è l'antico portatore di antichi valori ormai sopiti. L&#

Domani è un altro giorno

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Ci penserò domani, mi pare che così avesse risposto Rossella nel film Via col vento . Sergio Leone aveva scritto, poco prima di morire, un bel trattamento di un nuovo film western (che avrebbe dovuto vedere come protagonisti Rourke e Gere, allora - fine anni Ottanta - all'apice della loro carriera). Io l'ho letto, quel trattamento, l'ho letto con febbrile malinconia; era nel suo stile ed era bellissimo. Ma quel film non si è mai fatto. Chissà dove va tutto ciò che non vede la luce; che s'interrompe. Che s'interrompe... Nei salotti bene ci si compiace di esserci ancora; per le strade la gente passeggia veloce o distratta; indaffarata o dolente; aggressiva o spaurita. Ma c'è qualcosa che s'interrompe... E non parlo di un film, ma di qualcosa di più grande, più di un sogno. Una vita. E più di una volta. E dove va quel sogno di vita? Giro giro tondo, dice la canzone, poi il senso del dovere, precipitevolissimevolmente, senza mai c

Tra Silvia e Michela

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Te lo dice la notte che l'inghippo sta là. Te lo dice quando ti porta il sogno nel sonno e sai che in quello c'è un autunno da scontare e da (non) dimenticare. Sei in una piazza, è festa di paese, ci sono i fiori, è vero, tantissimi, ma l'estate è ormai un ricordo. L'ennesimo. Poi un convegno, tu che cammini, qualcuno che ti riconosce, qualcuno che non ti riconosce, altri che non riconosci tu. Te lo dice in quel sogno che è tra Silvia e Michela che devi cercare l'errore o il senso. Che poi forse sono quasi la stessa cosa. Eppure, loro due, così diverse, inconciliabili. Una finta, troppo finta per essere vera; Silvia. Michela troppo bella, troppo Michela per essere solo un sogno. - Ti piace il profumo di questi frutti? - ti chiede una. - Perché te ne vai proprio ora? - domanda l'altra. Eppure è quando si parlano e si sorridono, è quando sono amiche e ogni conflitto è pacificato che tutto ritorna e, allo stesso tempo, viene inverato dalla Storia. L

Liberi

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Orario. Abitudine. Scansione mensile, settimanale, giornaliera. Metafisica dell'ordinario. Ordinarietà della metafisica. La mano che muove i fili. La marionetta è libera, legno sociale, schema umanistico. Burocratizzazione dell'emotività: attenzione, non respirare troppo velocemente; mantenere la calma, temperare ambizioni, aggressività e, soprattutto, voglia di giocare. Seriosità. A tutti i costi. Sognare. La notte. Solo la notte. Attenzione: non disturbare il sonno dei vicini. Non incrinare gli schemi. Fondamentale per aggregare. Per idea aggregante. Rispettare le regole. Sempre. Comunque. Anche se non hanno senso. Soprattutto quando non lo hanno. Amare da manuale. Pensare da copione. Giudicare. Costruire verità.  Parlare ogni tanto di libertà. Per convincersi di essere vivi. Griglie concettuali predefinite. Ideali per non affaticare il pensiero. Necessità di schemi. Razionalità. Razionalismo. Ipertrofia razionalistica.  Rispettare le