Gianni Langiu e i suoi Lucignoli nel vento

Non si può ingannare il tempo, né eludere un nuovo inverno, il freddo che congela per sempre la primavera perduta nella sua morsa di ghiaccio. E forse se fosse possibile, non sarebbe neanche giusto.
Ma il tempo lo si può raccontare, rappresentare, trasfigurare come fa il mio amico regista Gianni Langiu che riadatta  liberamente un racconto di Sandro Chiappori  (vincitore del premio Logudoro 2015) e gira il corto Lughinzos in su bentu (lucignoli nel vento) mostrando padronanza del mezzo e una sempre maggiore consapevolezza tecnica.
La storia di un padre che abbandona sua figlia diviene un nostos conoscitivo: quarant'anni sono tanti, di inverni ne sono seguiti parecchi; il treno che va, il mare immobile, la bambina sulla spiaggia, la donna alla finestra, il dialogo incessante, tutto diviene simbologia dell'abbandono e ricomposizione catartica (magari solo sognata) del trauma primigenio.
Gianni Langiu si avvale di una espressiva Maria Antonietta Pirrigheddu e trova una mano particolarmente felice nel flashback ritornante.




Aspetto di girare di nuovo qualcosa con Gianni, dopo la bella esperienza di Angelo.
Nel frattempo mando un messaggio al regista: - Ok, ragazzo, vai forte. Ma preparati, che c'è un western da girare in Sardegna!

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