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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

Dichiarazione Shock di Lory del Santo sulla "Giovinezza" di Sorrentino

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L'attrice, popolarissima nel mondo per indimenticabili pellicole quali La gorilla di Nando Cicero, ha così commentato il capolavoro ultimo di Sorrentino, Youth -  La Giovinezza: Sorrentino si a vvicina molto alle mie intuizioni , lui ha fatto dei film e anche io ne ho fatto uno. Abbiamo delle visioni in comune . Come lui, inquadro certi paesaggi, ma il film non l'avrei fatto così, no. "Youth" ha delle lacune . Il mio punto è che so quello che bisogna fare per avere un premio. Bisogna essere lentissimi, i nquadrare molte montagne . Così sfidi lo spettatore. Il regista sembra dire io sono superiore perché devi riconoscere la mia arte. Fanno tutti questi film che uno si vuole tagliare le vene, ma io amo le cose noiose. Mi eccitano. Io credo che Sorrentino sia orgoglioso che un genio come Lory del Santo lo accosti a lei. Non certo per il differente turgore mammario, ma per la prospettiva artistica consentanea. L'ultimo film di Sorrentino a me è parso un ca

Azzurro ovunque: "C'era una volta la Rivoluzione"

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Lo sciacquio delle onde, un aereo in lontananza. Azzurro ovunque. Chi resta, chi parte. Il colore è lo stesso: - Allora cambiamo programma - continua la ragazza, il mento sulle ginocchia - se non mi sposi mi uccido. Giuseppe Falchi richiude gli occhi, vorrebbe non sentire più. - Sai che c'è un uomo della tua età che farebbe di tutto per sposarmi? L'altro le accarezza la schiena nuda, le dita si arrampicano come un ragno sulla sua tela. - Un giorno mi troverai morta. E voglio che tu mi butti nel mare... in questa bara azzurra... Ora il ragno ha raggiunto i capelli, vi s'impiglia. - La mia puttana triste... - fra tenerezza e rammarico. Paola Moreno si agita come se fosse stata morsicata da un serpente velenoso, si volta verso l'imprenditore e con ira prende il suo volto fra le mani. Strilla come solo le donne sanno fare, quando i nervi cedono: - Non chiamarmi mai più così! Basta russi, arabi grassi e sudati, spettacolini privati! Basta con questa vita! S

Meritocrazia, carta igienica, Buona Scuola e sceriffi

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Fra le amenità che circolano sulle fauci di molti uomini e donne laureati - ma lontani da un'assidua frequentazione con Ermes e Apollo - quella che mi diverte di più è relativa al merito. Chiariamoci: nella Scuola Pubblica Italiota non mancano esemplari che meglio avrebbero figurato fra le file di giostrai, poco inclini alla cultura e incapaci di gestire le dinamiche (complesse) della classe. Non mancano i buoni a nulla (come, del resto, fra i medici, gli avvocati e, parrà strano, anche fra gli economisti e i politici). Tutto nella norma, dunque? No: entrare nel merito è giusto, ma il modo preventivato  dalla Buona scuola, con il Preside sceriffo, richiama tanto vecchi sapori gentiliani che poco hanno da spartire con una vaga idea di pluralismo. Io voglio essere valutato da una commissione, non da un collega che diventa DS e che diviene l'incarnazione dello Spirito Assoluto Giudicante e meritocratico. Una corte dei miracoli umiliante aleggerebbe intorno a questo Signore:

Su "Sottomisione" di Houellebecq

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Houellebecq dà alle stampe Sottomissione. Con una prosa un po' bollita (per carità, da grande scrittore cinico, scettico, decadente, supponente) che rifugge qualsiasi ambizione estetizzante (ma poi: perché il tentativo di dare anche nobiltà estetica alla prosa debba per forza essere un cascame dannunziano, un rigurgito del sacro vate che volle provar quel che a donna piacque? Non abbiamo nel DNA rinascimentale - per non arrivare fino ai classici - quello di anelare a una certa armonia?) ci racconta una storiella distopica interessante. Tutto sta lì, nell'ideuzza iniziale, nel giochetto della Francia che s'inchina, in un futuro prossimo, all'Islam e nella parabola metaletteraria dell'insopportabile protagonista (rileggere Controcorrente , la bibbia del Decadentismo, per cogliere appieno questo aspetto). Ma poi il nostro fenomeno (l'autore, ovvio) non ha, in fondo, il coraggio di andare sopra le righe, di spingersi a raccontarci ciò che succede non appena l&