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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

Avventura nel centro storico di Arzachena: tra vitalismo e sogno

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 Non si sa mai quello che può capitarti quando passeggi nel centro storico di Arzachena. In un pomeriggio come tanti, qualche giorno fa, mi muovevo intorno alle 19 in piazza Risorgimento, cercando di farmi largo tra la folla. Intorno a me, infatti, un via vai continuo di arzachenesi di tutte le età: bambini vocianti, persi nella morsa febbrile della frenesia del gioco; adolescenti e ragazzi appassionati, occhi negli occhi a giurarsi amore eterno, oppure a benedire parole leggere atte a disegnare traiettorie utopiche su come cambiare il mondo; adulti in pieno fermento di idee, immersi in discussioni stimolanti; anziani a passeggio che rammemorano placidi i giorni perduti dell'età più bella. Rimango un po' sorpreso, a dire il vero. Per fortuna mi soccorre Luciana, una mia vecchia amica d'infanzia che s'avvicina a me offrendomi il suo sorriso, e mi spiega che tanta vitalità il centro storico la vive grazie alla lungimiranza di scelte strategiche, prima fra tutte quella di

Caratteristiche generali dell'Umanesimo

  Con la Seconda metà del Trecento si diffonde in Italia una nuova sensibilità che pone l'uomo quale misura di tutte le cose e si differenzia dalla visione teocentrica del Medioevo, sulla scorta della riscoperta dei classici, e che perdurerà per tutto il secolo successivo. Tale nuovo modo di vedere il mondo è detto Umanesimo e rivoluziona l'immaginario: la dimensione antropocentrica, infatti, riscopre nell'uomo la volontà di essere artefice del proprio destino e di porre il concetto di libero arbitrio al centro dell'esistenza. Per essere felici, insomma, bisogna impegnarsi e lottare in prima persona contro le avversità. La sfida alla fortuna - intesa come forza imponderabile alla quale ci si dive opporre per potersi realizzare - è tipica della dimensione umanista e il rapporto con essa occupa un ruolo centrale nella letteratura (si pensi al Decamerone ). Di conseguenza anche il piacere non è più figlio del demonio, ma dono di Dio e di questo si deve godere senza sensi