Il sorriso ebete della Panicucci: metafora della decadenza irreversibile.
Capito per caso in un soggiorno e per caso mi capita di vedere la scatola magica sintonizzata su Canale 5, la cloaca maxima (dopo Rete 4 e a pari merito con lo scempio Rai) nella quale poter espletare quei fisiologici fabbisogni che annientano l'immaginario dell'uomo italiano. Vedo Signorini raccontare con toni epici la 'carriera' di Federica Panicucci, la quale, compiaciuta da tanto indomito ardire, esibisce un sorriso ebete, impastato di cerone e degno simulacro del vuoto. Il momento più toccante di questa ascesa nell'Olimpo del Nulla è la struggente rievocazione, attraverso immagini che spezzano il cuore e frantumano qualsiasi impossibilità di raziocinio, del taglio di capelli avvenuto nel 1997, mi pare, dell'illustre stagionata. Data storica, Rete 4 batte il record di ascolti, la Panicucci viene ripresa mentre dal parrucchiere la sua chioma fulva viene recisa da un paio di forbici: e la donna piange, esondano stille d'umor di doglia, entro commosse da