La prossima estate



La prossima estate, ti giuro, ti porterò al mare, passeggeremo ore sul bagnasciuga e poi, a sera, drogati dalla luna, ti dirò che ti amo, che sei bella e pazza.
La prossima estate potremo riposarci, vivere pienamente e senza pause tutta la vita che ci grida addosso. E io sarò più sorridente, te lo assicuro, imparerò a genuflettermi alle urgenze dei partiti, alle verità delle fazioni. E nasceranno tanti bambini, noi faremo l'amore tre volte al giorno, persino davanti alla Televisione, persino negando l'innegabile. E saremo ancora più forti di prima. E mi ricresceranno i capelli e il PD riuscirà finalmente a fingere di non fingere di saper fingere di essere qualcosa che abbia senso non solo nella metafisica organicistica di un partito che si autoalimenta del furore che pertiene alla conservazione, ma anche fra chi muore di fame. E pazienza se non riesci a mandare avanti la tua impresa, a dar pane e libri ai tuoi figli: l'importante è non evadere, ma immolarti in nome di qualcosa che non esiste (l'Italia). E Berlusconi parlerà con fare ecumenico, sorriderà meno, appenderà al chiodo le sue stagionate armi virili e canterà di un popolo libero, di un Mercato - ora pro nobis - giusto.
La prossima estate saremo felici, Giulia. Anche quando non lo saremo, sapremo di poterlo essere in futuro, nell'estate che, ancora una volta, verrà.
E aspetteremo, attenderemo.
Perché si sa, bisogna avere pazienza perché è la virtù dei forti. Chi la dura la vince. Gallina vecchia fa buon brodo. La speranza è l'ultima a morire e non si nega a nessuno un bicchiere d'acqua, un pizzico di retorica, un sano qualunquismo e mezzo kg di ansia. Specie a te Giulia, ragazzetta che mi ami e che mi condividi con cento altre tue illuminate coetanee. Specie a chi abita lo Stivale e sa che prima o poi, in qualche estate futura, i cattivi saranno sconfitti, la felicità sarà alla portata di tutti e... e... e il resto me lo sono dimenticato....

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