Il peccato e l'oblio

Il peccato vero, quello più grande, inespiabile, è uno: il passato.
Ma non per chissà quale motivo. Semplicemente perché è stato.
Io lo odio con tutto me stesso.
Vorrei dimenticarlo per sempre, sì, anche nelle sue bellezze, anche nei suoi momenti meravigliosi e vivere in un eterno presente privo di routine e abitudini.
Lo odio perché mi fa cadere nel tempo, mi fa sentire l'illimitato potere dell'eternità, lo sconvolgente silenzio dell'infinito.
Non è il movimento, come mi ero convinto ingenuamente, a evocare l'idea della vita.
Ma è il movimento stesso che, proprio mentre celebra nuova vita, trasforma, corrode, corrompe e porta inevitabilmente anche morte.
E io continuo a non volerlo accettare.
Dimenticare tutto sarebbe terribilmente bello.
Dimenticarlo senza dolore, senza consapevolezza.
Forse sbaglio, forse è solo un momento di malinconia innescato da fotografie che mostrano quanto i corpi, nel tempo, mutino, si corrompano. Forse passerà anche questa volta.
Però ora a me sembra che il ricordo sia peccato.



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