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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Da quella discesa laggiù

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- Credo che io debba ricominciare dalla campagna. - In che senso? - Da quella discesa laggiù, con mio nonno, le mucche portate in fune, l'odore di fieno e di verità. - La solita ricerca di innocenza, o no? - Non credo. Molto di più, molto di meno. - Vago, evasivo. - Chissà. Pavese faceva dire ad un suo personaggio che la terra era come la donna, bisognava capirla, aveva le sue lune. Oggi, in campagna, in questa domenica di fine settembre, mi ritornava in testa questa frase. E mio nonno. Il suo cappello. - Il mare all'estate, la campagna all'autunno. Giusto? - Giusto. Anche se non così schematico. Contano tanto anche le foglie gialle, le frenesie autunnali, l'attesa di una nuova nascita. I tordi, i merli, i funghi. Il cane. - Hai avuto tanti cani, ricordo male? - Sempre troppo pochi, per me che li ricordo. - Dimmi i nomi... - Virgola, Bobo, Jack, Gilda, Argo, Ulisse. - Gli ultimi addirittura omerici. - Al mito non c'è scampo. Come al wes...

Sciascia legge Manzoni: il 'sistema Don Abbondio'

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Generazioni di lettori si sono scontrate con I promessi sposi : riassunti, apparati critici, commenti possono diventare, paradossalmente, respingenti. Il capolavoro di Manzoni, invece, a volte dovrebbe essere 'reinventato', magari appoggiandosi a letture intriganti e suggestive come quella che ha fornito del libro Leonardo Sciascia. Per lo scrittore siciliano, infatti, i protagonisti non sono Renzo e Lucia, ma Don Abbondio: è singolare che questa sua idea si sia sedimentata così, senza nessuna guida, poiché aveva letto l'opera di Manzoni prima che fosse la scuola a imporglielo. Vediamo, dunque, quali sono le caratteristiche del 'sistema Don Abbondio' rinvenute dall'autore del Giorno della civetta .  Il pavido curato non è un semplice personaggio, ma il cardine di un sistema: l'incarnazione di un equilibrio statico, vischioso, in cui la paura è metodo e la neutralità complice. Un ingranaggio perfetto nel meccanismo dell'omertà diffusa: in tale contesto i...

Caratteri generali dell'"Adelchi" di Manzoni

  L'Adelchi di Manzoni racconta la tragica vicenda del principe longobardo Adelchi, diviso tra il senso del dovere verso la sua stirpe e la coscienza di un mondo in rapido mutamento con l’avanzata dei Franchi. Ermengarda, sua sorella, è vittima di un amore idealizzato e represso, che non può manifestarsi liberamente a causa delle tensioni politiche e sociali che la costringono a rinunciare alla sua felicità personale. In lei si manifesta il tema dell’eros represso: il desiderio d’amore viene bloccato dalle circostanze storiche e dal peso dell’onore familiare, fino a sfociare nella morte per il dolore provato. Questo eros negato diventa simbolo della sofferenza più profonda, del conflitto tra pulsioni intime e imposizioni esterne, che travolge la sua esistenza. Adelchi, invece, incarna il conflitto tra ideale e reale. Da una parte, è un giovane principe carico di ideali di libertà e fedeltà al proprio popolo; dall’altra, si trova schiacciato dalle forze storiche e dalla volontà di p...

Ti ho chiesto di venirmi a trovare nei sogni

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 Ti ho chiesto di venirmi a trovare nei sogni e ogni tanto lo fai. Spesso sorridi, sei come ti vedevo vent'anni fa e stai bene. Io ti chiamo, ti chiamo forte e nel sogno sento che ho paura che l'immagine svanisca. Ti chiamo come qualcosa che per sempre si è perduto e in ogni sospiro e azione si ritrova. Io sono cambiato, lo sai? Non leggo più nulla di cinema, non so quali film siano in uscita. Ho abbandonato i fumetti e non ho voglia di leggere romanzi. Mi concentro, però, come sempre sulla critica letteraria ed è ai classici (ai siciliani tanto) che è rivolta la mia attenzione. E la musica rock mi aiuta, però mi fa provare una nostalgia senza confini di quand'ero ragazzo e c'eri tu. Solo ora capisco che eri tu a permettermi il lusso di poter essere così: indolente e bizzarro, irriverente e trasognato. Nella bara quasi non ti guardavo, non ti ho toccato le mani né la fronte e sempre il calore del tuo corpo è uno dei ricordi che mi accompagnano. Non sai quante volte risu...