L'uomo che lottava con i cani


Nell'estate del 2011 - periodo di grandi stravolgimenti nella mia vita - avevo iniziato a scrivere Epicedio della notte: era il racconto, cupo e decadente, di chi fugge dal suo nemico proprio mentre perde la memoria. Mi affascinava (mi suggestiona anche ora, a pensarci) l'idea di scappare senza poi riuscire a ricordarti da chi; senza, di conseguenza, identificare il tuo vero nemico. 
Qualche capitolo, ma Epicedio della notte non trovava sbocco e si fermava alle soglie dell'autunno. 
Nei primi mesi del 2012 mi assalivano costantemente le immagini di un mediocre avvocato che nei momenti più importanti (le cosiddette tappe cruciali) della sua esistenza veniva morsicato dai cani con conseguenze sempre più grottesche. E ridevo, sì, come uno stupido. Ridevo della buffa tragedia dell'esistenza. Anche nel cuore della notte ridevo del povero Elvio (così avevo chiamato nella mia testa quell'avvocato). E così, per divertimento, ho iniziato a scrivere CineideDoveva essere un raccontino di tre pagine, ma è cresciuto: avevo voglia di perdermi, sì, lo ammetto, ma anche di dissacrare. Riga dopo riga mi accorsi che dietro il buffonesco racconto dialogavo con la parte oscura di quelle risate e, quindi, con l'incompiuto Epicedio della notte.
E allora, nell'estate di quell'anno, fra ebbrezze notturne e horror vacui  diurni - che agosto istrionicamente declinante... - ecco la fusione dei due romanzi. Meglio: Cineide fagocita Epicedio della notte per dar vita a L'uomo che lottava con i cani.
Dopo quasi quattro anni lo do alle stampe.
Il bordello, l'obitorio, l'interrogatorio, l'impossibile storia d'amore fra Ladro di ombre e Marea sono ripresi da Epicedio della notte e ridisegnati per L'uomo che lottava con i cani.
Mi piace sottolineare quanto l'insonnia, la mia maledetta insonnia, abbia giocato un ruolo importante nell'ideazione del romanzetto.
Di notte, se non dormi, il tempo... il tempo...
Tutto ruota intorno al tempo nel mio nuovo romanzetto.


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