All'ombra de' depressi
All’ombra
de’ depressi di fronte a gote
rosseggianti
di pianto è forse il sonno
della scuola
men duro? Ove più il Sole
per me nelle
classi non fecondi queste
tristi
gabbie di sordidi animali,
e quando
ebbre di putrescenze a me
non più
danzeranno le ore buche,
né da te,
tristo amico, udrò ancor le strida
e la grande
sapienza che li governa,
né più nel
cor mi parlerà il d.s.
dalle
burocratiche muse vinto,
unico spirto
a mia vita precaria,
qual fia
ristoro a’ dì perduti pensione
che
distingua le mie dalle infinite
ossa che in
terra e in mar semina Scuola?
Vero è ben,
Dirigente! Anche la Scienza,
infima Dea,
fugge la scuola; e involve
tutte cose
la follia nella sua notte;
e un
Ministro operoso le affatica
di burla in
burla; e il docente poi
e le sue
cure e le speranze
e programmi
e noie traveste il tempo.
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