La Santa Inquisizione del politicamente corretto

 


La Santa Inquisizione del politicamente corretto si prepara a rieducare tutti noi.
Onusti di gloria, i novi homines non perdono occasione di costruire una forma nella quale i più deboli sono tutelati. Apparentemente qualsiasi minoranza ha schiere di difensori che morirebbero per rendere la vetrina sociale presentabile, garbata, pulita.
Tutto meraviglioso, insomma: una società che non tuteli i deboli e le minoranze è malata nelle sue radici. Lo penso da sempre, oggi ancor più di ieri.
Ma c'è qualcosa che non torna. Non abbiamo fatto i conti con il Dio Mercato. Oppure, improvvisamente, sì è fatto da parte? E se addirittura fosse diventato sensibile? Non dico buono - non è possibile - ma se si fosse scoperto meno bestiale?
E invece no: il grande regista delle umane miserie non è cambiato. Si è solo raffinato. Ecco allora nei film, nei libri, in ogni 'manifestazione artistica' la sua mano. Il suo pugno di ferro. Ecco, allora, le solite macchiette, nei libri come al cinema, le solite figurine senza spessore inserite per blandire il più vasto pubblico possibile, senza turbarlo.
Il Dio Mercato come le Sirene di Odisseo: il suo canto malioso irretisce tutti, poiché ognuno sente quel che vorrebbe sentire. Rassicura, insomma, accarezza, blandisce. 
Nessuna profondità, solo superficie. Tutto è apparenza, insomma, forma che è stagnazione e che riafferma lo status quo. Ed è bello, così, perché il nero regista ha al suo servizio frotte di marionette, giullari inconsapevoli del Potere. Burattini sinceri, anche, che davvero credono di portare avanti una battaglia per i più deboli, per i diversi, per gli sfruttati, per le donne. Così si sentono pure buoni, si proteggono fra di loro e ballano la canzone che il Dio Mercato fa ballare loro. 
Molto rumore per nulla, a conti fatti: le donne continuano ad essere nella sostanza maltrattate, sfruttate dai privati che impediscono loro di avere figli (pena il licenziamento), solo per fare un esempio e tacere di tutte le battaglie da portare avanti per una società meno grottesca della nostra.
E la Letteratura? Quella grande, quella vera, quella che inquieta, quella che fa sognare e che mette in discussione qualsiasi (presunta) certezza, che ruolo ha nella mestizia di tale circo omologante e di sublime medietà?
Il regista la considera pericolosa, la relega ai margini, sa che nulla esiste di più sovversivo di questa.
Avete un bel parlare di progresso, amici miei, e di intelligenza artificiale.
Affidereste il vostro futuro nelle mani di scienziati che non hanno mai letto Don ChisciotteMadame Bovary, La coscienza di Zeno, Orlando Furioso?
Io no.
Glielo spieghi allo scienziato che si fa strumento di un progresso benedetto dal Mercato che se gli manca la cultura umanistica non possiede nemmeno quella scientifica? Glielo spieghi che umanista significa anche scienziato? Gli ricordi che Galileo era anche un grande scrittore? Gli fai leggere qualche stralcio del suo Dialogo, magari un passo in cui si ironizza sul povero Simplicio, acritico difensore dell'ipse dixit aristotelico?
Solo ad una lettura superficiale ciò che scrivo può apparire snobistico. In realtà, io sogno. Alla maniera donchisciottesca - e da uomo irredimibilmente novecentesco - bramo ciò che non c'è. Vagheggio una civiltà di uomini nuovi, sensibili alla bellezza ed alla poesia e in grado, perciò, di educare le emozioni, attraverso la diottria conoscitiva della letteratura. 
Non pontifico, ma deliro. Dalla retorica mi salva, ancora una volta, la pazzia. Folle è, infatti, credere davvero in quello che ho scritto.
Ancora Don Chisciotte: di fronte ad un passaggio epocale, ad un cambiamento antropologico così importante puoi fare anche discorsi meravigliosi e condivisibili, ma non hanno nessun senso. Sei solo, lasci esterrefatti coloro che ti ascoltano. Eccola qui, la modernità infelice, più che mai proiettata alla conquista dell'universo.

Andate a colonizzare Marte, coraggio, e ballate ancora e ancora e ancora l'empia danza perbene che il Dio Mercato impone. 

Buon divertimento.

Commenti

  1. Ma essere contro il politicamente corretto è politicamente scorretto?

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Essere contro qualcosa a prescindere secondo me non ha senso. Non so che significhi.

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