La Letteratura deve rassicurare? Manzoni è rassicurante?

 Nuova polemica benedetta dalla temperie della cancel culture: I promessi sposi sarebbe un romanzo che rappresenta la donna come debole, arrendevole e via blaterando. Andrebbe, dunque, censurato. Al di là del fatto che le accuse mosse al capolavoro di Manzoni sembrano proprio figlie di una mancata comprensione e conoscenza del libro stesso e della visione del mondo dell'autore, mi ha sempre colpito il fatto che l'opera dell'Alessandro nazionale sia considerata, nella vulgata, quella per me più corriva, rassicurante. Ricordo anche le stupidaggini dette da Galimberti, intellettuale di un certo spessore, non molto tempo fa: secondo il filosofo, infatti, I promessi sposi sarebbero addirittura diseducativi perché non instillerebbero, nel giovane nichilista del nuovo millennio (ma solo io vedo ragazzi che sognano e hanno passioni?) uno spirito pugnace e rivoluzionario. E Padre Cristoforo? Forse Galimberti lo rimuove o non ricorda che cosa rappresenta. Inviterebbe i ragazzi a non lottare per cambiare in meglio il mondo? E l'Innominato che si confronta con la paura della morte e il senso di colpa non è un altro straordinario esempio di come si possa migliorare la società proteggendo i più deboli e sconfiggendo, prima di tutto e con coraggio, i mostri interiori?

Io credo che spesso l'equivoco del Manzoni rassicurante nasca dal fatto che lo si banalizzi per via del suo cattolicesimo. Fra l'altro, una lettura attenta non faticherebbe a rinvenire inquietudini e angosce nella fede dello scrittore lombardo. Il cattolicesimo di Manzoni è sconsolato, se non proprio disperato. Se nelle scuole I promessi sposi viene ridotto come una favoletta in cui i deboli sono perseguitati, ma poi troveranno il premio dei loro martiri con la beatitudine eterna si fa torto prima ai ragazzi (che avrebbero ragione di annoiarsi), poi all'autore e, infine e soprattutto, alla funzione e al ruolo dell'insegnamento. Quindi sì, se vogliamo renderlo rassicurante, Manzoni lo è. D'altronde, se vogliamo, che cosa non possiamo rendere allo stesso modo? Si pensi a Pascoli e a come spesso sia stato tradito, banalizzato, ridotto a poeta querulo e dolciastro da mandare a memoria alle scuole elementari, quando, invece, è un genio visionario e angosciante che precorre i tempi e rivoluziona la poesia.

No, insomma, la Letteratura rassicurante è quella che non ci lascia dubbi, è manichea, dà quello che vogliamo, è una fredda costruzione a tesi (sarà per questo che La noia di Moravia mi sembra pensata per accontentare il pubblico in fregola di marxismi a buon mercato in quel 1960?), è quella di regime, quella dei telefoni bianchi del Ventennio, insomma. Quella che è serva del potere, qualunque esso sia. Ecco, I promessi sposi, Manzoni, dunque, non è mai tutto ciò. Non è nemmeno rassicurante l'ironia del Narratore nei confronti di Don Abbondio, quella che molti (troppi) manuali definiscono bonaria: Pirandello ce lo ha spiegato. Quando Manzoni sorride sul pavido curato è su di noi che sorride perché lo sa bene che Don Abbondio siamo noi, quasi tutti. Gli eroi come Padre Cristoforo sono, appunto, eroi. Eccezioni. 

Vi pare rassicurante, questo?

Forse sì, se facciamo finta di ignorarlo.




Commenti

  1. Grazie Filippo,continuo ad ad avere certezza che la tua splendida anima sia custode serena di una bellezza che travalica il tempo. Anni fa ti percepivo giustamente animato interiormente da una metaforica armatura: ti dicevo, mostrandoti un'immagine, che ciò che vedevamo fuori stava invece dentro.Non sei mai andato via dalle migliori portate di nutrimento. I giovani che ti leggono o ti frequentano tengono aperte le porte al miglior sole.Grazie di cuore.

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    1. Grazie per le belle parole. Vorrei dare un nome a chi ringrazio, qui leggo sconosciuto. Non mi sei sconosciuto/a, mi diresti il tuo nome?

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