Dove vanno le ragazze

 Dove va quella ragazza che aspetta il treno? Non suona la chitarra che è al suo fianco e chissà se esiste davvero quel ragazzo che vorrebbe vedere più in là. Lo immagina perché sa che non è facile trovare nella realtà quello che si desidera?




E se alla stazione sei sola, al tramonto, con una valigia in mano con quale stato d'animo ti abbandoni ai ricordi? Cerchi qualcuno? Altre strade, altre città, altre case sono nei tuoi pensieri. Chissà se sai quel che perdi... chissà se troverai quel che cerchi...





E quella ragazza che il treno lo insegue dove vorrebbe arrivare? Sogna un altro luogo in cui smemorarsi? Fugge da un compagno che non le sorride o che dimentica che cosa vuol dire essere stati bambini? Oppure scappa da un uomo che la opprime, la soffoca, la ingabbia e le dice ti amo?



C'è quella pioggia che ti piaceva tanto quando cantavi innamorata del tuo avvenire. E tu vai, senza carcerieri, senza ruoli da dover rispettare. Sei venuta al mondo per sorridere alla vita, non per essere schiava di bruti, ignoranti, assassini. Compagna del divenire, sposa del movimento, amante della libertà... 




Dove vanno le ragazze? Lasciarle andare, fuggire, ballare, sognare, sbocciare, fiorire: questo solo vorrebbe dire amarle.

Fate o bambine, maestre o madri, sorelle o spose, stelle o fiori, il sussurro del vento o il mormorio delle onde. Da proteggere. Come tutto ciò che di bello e fragile c'è nel mondo.







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