Primavera e malinconia

Nella stanza è il silenzio. Mi guardo intorno e tutto sembra ancora più grande di quanto già non sia. La serranda abbassata lascia intravedere il giorno che se ne va. La primavera mi ha sempre fatto male - uno stato di eccitazione e di ebbrezza, di frenesia e languore - ma questa volta è diverso. Ora sento un vuoto che s'ingigantisce e sono davvero spaesato. Mi sembra di essere di nuovo diciassettenne, ma con il piombo di trent'anni in più nei pensieri, nelle ossa e nella retina i graffi di notti che non avrei voluto vedere. E che non si possono dimenticare. Penso agli amanti. Li vedo giovani, travolti dalla furia erotica, morsi teneri alle labbra, pupille dilatate: che malinconia e che tenerezza quel desiderio di stordirsi, di ubriacarsi di vita. Quella voglia di non pensare alla morte. Io l'ho sempre sentita, la morte. Sin da bambino. Dovrei correggere compiti, occuparmi di pratiche e bollette, ma la malinconia e la voglia di vivere mi spingono a scrivere questa ennesi...