"Expo 58" di Jonathan Coe

L'ultimo romanzo del mitico autore del capolavoro La casa del sonno è il racconto di come Thomas Foley, anonimo e abitudinario impiegato del Central Office of Information di Londra, diventa, suo malgrado, una spia. L’occasione è la partecipazione del governo britannico alla prima esposizione universale dopo la guerra, nel ’58 appunto, a Bruxelles.
Ambientazione affascinante, ma che Coe non sfrutta, come se non avesse una storia all'altezza della situazione. Il romanzo non prende mai veramente quota (le ultime trenta pagine sono buone, d'accordo, ma stiamo parlando di Jonathan Coe!), pare un compendio delle sue tematiche più care, ma poco più.
Rimane nella mente lo scenario che diviene, questo sì, alla maniera del vero Coe, metafora dell'illusione, affannarsi di uomini di lingue e nazioni diverse incapaci di rendersi conto dell'irripetibilità di quel tempo, della giovinezza. Dell'esistenza, in fondo.
Disincanto, erotismo malinconico nella conclusione per un libro piacevole, a metà tra Intrigo internazionale (a fari spenti, però) e romanzo psicologico.

Si prega di avvisare la Feltrinelli che nel testo sono presenti due refusi!


Commenti

Post popolari in questo blog

Per una lettura gotica dei "Promessi sposi"

Ariosto: Alcina, l'illusione e il reale da drogare

Il gattopardo: la trama e la metafora decadente dell'esistenza.