Rêverie



EST.TEATRO GIORNO
Siamo all’esterno di un teatro. C’è una locandina in primo piano che si riferisce alle prove di una rappresentazione che ha anche a che fare col cinema. La ripresa si allarga per mettere a fuoco una pistola, poi il viso di un uomo dall’aria per niente rassicurante, con un cappello in testa ed un impermeabile scuro. L’inquadratura si allarga fino a mostrarci che non è solo, ma in compagnia di altri due malintenzionati come lui, armati di mitra. Sembrano dei gangster usciti dal "Padrino" o da "C’era una volta in America" Sono, in fondo, tre fantasmi del cinema del passato che ritornano per uccidere. L’uomo con la pistola è il capo, lo capiamo perchè con un cenno invita i suoi compagni a entrare. Tutti e tre varcano la soglia del teatro.
INT.TEATRO GIORNO
I tre killer camminano lentamente e si dirigono verso la platea.
In platea non c’è pubblico, solo due persone sedute in prima fila. Possono essere il regista e il suo collaboratore, due critici, due spettatori: non importa, quel che conta è che sono ben vestiti, attenti e un po’ annoiati, mentre seguono ciò che avviene sul palco. Uno dei due sembra più anziano dell’altro. Li chiameremo il più giovane e il meno giovane.
E sul palco? Sul palco regna il caos più totale, esplode la vita nelle sue manifestazioni di dolore, gioia, sogno, innocenza, follia. Abbiamo una spagnola fra i trenta e i quaranta, in abito elegante, rughe del volto scavate dalla sofferenza per un amore perduto che ancora le piaga l’anima, le marchia le viscere, le deforma le labbra rosse. Abbiamo una donna vestita di nero, guanti e cappello, appena velata, coccolare un rosa e stringerla al petto e guardarla con tenerezza. Abbiamo una ragazza sui pattini a rotelle, truccata come una sorta di pagliaccio. Sembra uscita direttamente dai "Guerrieri della notte " di Walter Hill, vaga senza senso e priva d’espressione sulla scena. Abbiamo un giovane pugile con calzoncini e guantoni rossi che guarda in alto e sembra sfidare un nemico che vede solo lui. Abbiamo due innamorati, seduti a tavolino, abiti da bella epoque, bevono e sorridono e nel bere intrecciano il loro braccio. Abbiamo una bambina che corre, gioca, totalmente presa nella sua felicità. Tutto è troppo per essere vero: e, infatti, è cinema, illusione, sogno. Vita.
I tre killer sono entrati nella sala, si allargano a ventaglio, lentamente. I loro passi nella penombra.
Ripresa dall’alto che schiaccia e comprende tutti: attori, pubblico, assassini. I colori esplodono sul palco, via via si perdono nella penombra che circonda la scena.


Ora la spagnola stringe i pugni. Primo piano con luce di taglio della spagnola che grida tutta la sua sofferenza. Irrigidisce i muscoli e i nervi. Combatte, in fondo, col suo passato che sembra essere sempre presente.
SPAGNOLA
Hasta que llegó su hora
Primo piano del killer con la pistola, fermo al centro della sala. Gli altri due camminano ai lati.
In prima fila i due osservano la spagnola.

IL MENO GIOVANE


(quasi atono) 
Che ne dici?

IL PIÙ GIOVANE

(in modo molto teatrale) 
Troppo teatrale...troppo...
La coppia seduta a tavolino, sul palco, è persa nel suo dolce sogno d’amore. I volti dei due hanno l’innocenza immortale dei folli che gli abiti retrò ed eleganti rendono ancora più evidente.
RAGAZZA 
(sorridente, sguardo
rassicurante)
Ti amo
RAGAZZO
(guardandola negli occhi) 
Ti amo
I due in prima fila sono inespressivi. Il meno giovane, senza staccare lo sguardo dal palco, mormora.
IL MENO GIOVANE 
Troppo romantico?

IL PIÙ GIOVANE


Tutto è troppo, per essere vero.
Nessuno sul palco si è accorto dei killer, è come se ognuno vedesse solo se stesso.
Il killer alla sinistra del palco ora si è appoggiato alla parete. Anche l’altro si è fermato.
Il pugile è sempre più arrabbiato.
PUGILE
(guardando spaesato intorno a sé e gridando)
 Dove sei? Coraggio, fatti vedere! Non ho paura di te.
La mdp inquadra i tre killer che osservano lo spettacolo.
La donna col cappello dà le spalle alla platea. Continua a coccolare la sua rosa e sussurra.
DONNA COL CAPPELLO 
Rosa, riso d’amor...
La donna col cappello ora si volta ed è l’unica a vedere i killer. Nel suo volto si disegna un rammarico infinito.
I due killer alzano il mitra, aspettano solo l’ordine per sparare.
La donna col cappello abbassa ora lo sguardo alla sua rosa.
DONNA COL CAPPELLO 
(in un sussurro, come se rivelasse un segreto alla
rosa)
Rosa del sangue mio fatta vermiglia...
Il capo dei killer fa un cenno eloquente, quasi da vecchio western. Si tratta del segnale.
La mdp inquadra i tre assassini sparare, ma non riprende i morti. Sei, sette secondi di fuoco. Rimane solo il silenzio. I tre si allontanano, in fretta, ma non troppo.
EST.TEATRO GIORNO
I tre killer escono dal teatro, si allontanano.
Ancora silenzio.
Improvvisamente esce dal teatro la bambina. Si siede, inizia a soffiare bolle di sapone, felice.
BAMBINA 
Magia! Magiaaaaa!

Ride. La sua risata è il sogno più grande, il risarcimento che cancella il dolore, la morte, il tempo...

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