E non avere paura della morte

Monta i cassetti. Riempili. Ordina fogli, documenti. Richiudi.
E non avere paura della morte.
Dipingi la parete di bianco. Che tutto sia pulito. Nessuna macchia, nessun alone, niente polvere.
E non avere paura della morte.
Chiacchiera con chi non abbraccia i figli, con chi non riesce a donare un fiore alla sua donna. Con chi nasconde le emozioni. Con il tirchio che odia il denaro perché a questo ha consacrato la sua vita. Frequentalo. Ti parlerà, magari, di cose importanti, che non sai.
E non avere paura della morte.
L'amigdala. Studiala. Allena la corteccia cerebrale, rafforzala.
E non avere paura della morte.
Cammina per le strade. Vai in mezzo alla folla, se puoi. Distraiti, ripeti quello che ti dicono. Sorridi, se gli altri sorridono.
E non avere paura della morte.
Il selvaggio. Educalo. Insegnagli dove sta il bene, dove il male. Lo devi sapere, hai studiato. Abbi certezze. Incrollabili. Inscalfibili. Indistruttibili.
E non avere paura della morte.
Osserva. Chi comanda sbaglia, tu no. Gli errori li fanno gli altri. Tu no, o comunque di meno. Sii parte di un gruppo, di una scuola, di una congrega, di un reggimento, di un reggipetto, di un reggicalze, di un sottoscala, di un corollario di infrastrutture emozionali e razionali. E non ridere troppo quando sei serio. E non arrabbiarti, dai, se sei di buon umore.
E non avere paura delle porte. Che si aprono e poi si chiudono, ma poi si riaprono e poi... non si sa mai.
E non avere paura delle finestre, ma diffida dei cancelli, loro sì che sanno qualcosa, che tramano e tremano e poi stremano chi si fida di loro.
E parla anche tu di intelligenza artificiale e di automazione. Non vedi che è sempre un buon modo, questo, per gestire le emozioni?
E non avere l'odore delle storte. Che non so che significhi, ma sicuramente un significato io glielo trovo.
E non avere mai l'ardore delle torte e ascolta tutti e poi, sì, chi se ne frega, mangiatela anche tu una bella torta, senza avere troppo ardore, che bene, comunque, ti fa.
O ti farà.

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