Sado Lesbo Rock. Epica del deviante


Il romanzo si apre con lo Scorpione che uccide la Mantide, una lottatrice che fa parte dei fratelli: anche lei, infatti, ha una cicatrice a forma di spirale nella caviglia sinistra; anche lei è della prima linea e prende ordini da Occhi d'angelo, fantomatico burattinaio di un'organizzazione criminale che si muove nell'ombra.
Lo Scorpione: un killer professionista, bravissimo a svolgere il suo mestiere. Eppure entra in scena stanco e tarlato dal dubbio: perchè uccidere una di noi? In prima linea ci sono gli orfani, quelli a cui hanno insegnato ad amare - quasi in fasce - Occhi d'angelo. E aggiungici il lavaggio del cervello, la costruzione di un immaginario che ha nel dubbio il suo peggior nemico e capirai quanto sia difficile non essere come ti hanno obbligato ad essere.
Un esercito di assassini, di burattini. Di alienati che non sanno chi sono, né che vogliono. 
Ma che succede se uno pensa, dubita, si fa domande?
Lo Scorpione inizia ad essere egli stesso perseguitato da quelli come lui. Si trova allora fra due fuochi: la polizia e i burattini di Occhi d'angelo.
Che accade se non fai parte di nessuno schieramento, se risulti inconciliabile con il contesto (o i contesti), se non ti riconosci in nessuna congrega? Sei un ronin, uno sbandato, un non catalogabile? 
E ritorniamo alle allegorie, che mi piacciono e mi permettono libertà e stranezze.
Certo, fa sorridere pensare che Sado Lesbo Rock Epica del deviante (con questo titolo così forte, poi!) possa essere anche l'allegoria della solitudine che prova l'intellettuale non allineato, incapace di riconoscersi nelle opposte fazioni. 
Che dire, inoltre, del fatto che io utilizzi il côté decadente e barocco per raccontare, anche, la paura della morte?
Stiano tranquilli gli amanti del thriller: di questo, di tutto questo, se ne ritrovano tracce in filigrana, non in superficie. Non c'è nessuna patina intellettuale o nessuna velleità autoriale respingente poiché il genere è riproposto da me con il rispetto dell'appassionato.
C'è la suspance, c'è la descrizione di ambienti sordidi e degradati, c'è il vice commissario Vitale che indaga. Si spara, si spara tanto. Ci sono vittime in pericolo. Non manca l'eros (che thriller sarebbe, altrimenti?). E soprattutto c'è lo Scorpione che deve scoprire perchè lo vogliano uccidere e chi si nasconda dietro il nome Occhi d'angelo. 
Passioni: ci sono le mie. La fuga come affermazione dell'io infantile e anarcoide; l'impossibilità del conformismo; il teatro quale forza primigenia; il rock; la nostalgia colta nella fenomenologia del luna park descritto nella quarta parte; la bellezza della Monroe; l'innocenza perduta.
Paure: l'epifania del caos, del disarmonico; l'orrore nei confronti della morte; il disciplinamento sociale.
Thriller distopico, insomma, con meno ironia rispetto al passato, intriso di atmosfere noir e anche un po' western.




Esce domani 18 luglio 2019.


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