Caro papà
Caro papà,
non potevo non indirizzare a te la prima lettera dalla luna di questo 2025. Tu leggevi il mio blog e ti divertivi anche a farlo. Mi manchi tantissimo, eppure seguo il tuo volere e ti ricordo, senza piagnistei, allegro e burlone, determinato e sensibile; ripenso alle nostre chiacchierate sul cinema e sulla letteratura. Persino alla fine, in quei maledetti ultimi giorni, mi hai parlato di Verga e di Sergio Leone.
Ti ricordi, papà, quando volevi conoscere a tutti i costi Maria Grazia? Io ero in macchina con lei, tu con Francesca e non rammento che scusa abbiamo dovuto inventare per fermarci a metà strada tra Olbia e Arzachena. Tu eri sorridente e contento: quella bellissima ragazza bionda, dagli occhi azzurri e dalle labbra carnose, dal fisico ben proporzionato e dal garbo sensuale ti era piaciuta subito. Anche a lei manchi tanto, lo sai?
Mi sembra di riuscire a comprenderti meglio ora che non ci sei più. Forse perché, pirandellianamente, si può conoscere soltanto qualcosa che è cristallizzato nella forma e non più in movimento? O forse, come credo, perché ho visto con quale ironia, lucidità e forza d'animo hai vissuto gli ultimi bagliori del crepuscolo e dopo aver letto quello che hai lasciato scritto per noi. Ti ringrazio: tu sì che mi avevi capito e con quell'inchiostro su quei fogli a futura memoria mi hai, diciamo così, legittimato ancora di più ad essere quello che sono: un sognatore.
Il senso ultimo di questa lettera, in fondo, è proprio questo: ringraziarti. Per quello che sei stato e per quello che mi hai insegnato. La tua memoria rivivrà nei miei atti e nelle mie passioni, nella mia voglia di ridere e, ancora, di fare ironia e satira. In fondo, un po' come te, lo sai, sono un irriverente.
Ho scelto questa fotografia perché così ti ricordo: con un elegante sorriso ironico. Io ho preso da mamma gli occhi, da te le labbra e il mento. Inoltre, quest'immagine mi piace perché ci siamo io e Francesca piccolini e i nostri sguardi hanno un che d'incantato che è proprio della dimensione bambinesca. In mia sorella predomina maggiormente la curiosità. Nelle miei iridi, invece, emerge una vaga malinconia, quella che spesso mi accompagna, papà, da quando sono al mondo e che mi fa sentire più intense le emozioni. Quella che mi affattura quando sono in preda alla nostalgia o quando il sentimento creativo vuole trovare sfogo. Quella malinconia che mi guida anche ora, papà, mentre ti scrivo, ti penso, ti saluto.
Sei sempre nel mio cuore.
❤️
RispondiEliminaStupendo pensiero.Io ricordo con immenso affetto il professore,e quei due birbanti dagli occhi grandi....una meravigliosa pagina di Vita😘
RispondiEliminaCiao Filippo, da quando ho conosciuto tua padre, ho sempre avuto una profonda stima, persona simbaticissima. Mi dispiace tantissimo avere ricevuto questa triste notizia. Sentite condoglianze a te tua madre e tua sorella.
RispondiEliminaUn abbraccio
Enzo Parrino
Riflessioni che sembrano film ❤️
RispondiEliminacaro Filippo, Era un uomo che sapeva vivere e dalla tua lettera e emerge che ha saputo morire… e.
RispondiEliminameravigliosi pensieri ❤️
RispondiElimina❤️
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