Il sorriso più bello e il giullare che non può cantare
Il sorriso più bello è un attimo prima che sbocci la rosa nella sua pienezza. Se la guardi quando la vita la chiama la tentazione è quella d'innamorarti. Aulente e innocente: come resisterle? Come non desiderare per sempre quell'attimo che sembra non passare ma che, invece, rapinosamente fugge?
E stordirsi... e incantarsi...
Ma al giullare hanno rubato la voce e quelle illecebre, ora, nel nero labirinto in cui vagola, non gli suggeriscono che il ricordo.
Hanno strappato la maschera, al giullare, gli hanno fatto assaggiare il dolore a colpi di frusta e le carni, lacerate e offese, hanno lasciato scivolare bruno sangue infuocato. Vampe di dolore danzano isteriche sul suo corpo, penetrano nei recessi dell'anima graffi di lutto.
Non può più cantare, il giullare, non ha più storie da inventare, da raccontare.
Lo vedi seduto là fuori? Lo osservi mentre la neve, fiocco dopo fiocco, gli imbianchisce i colori dell'abito? Lo ascolti il suo silenzio mentre ogni cosa intorno giace nella pazzia di quel gelo?
Verrà un'altra primavera, forse, e magari altre fiabe dalle quali farsi tentare.
Ma è presto, ancora. Troppo presto per lui.
E il sorriso più bello è troppo lontano e no, il giullare adesso non può proprio cantare.
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