Ma quale professore!

Sento la primavera, una stramaledetta nostalgia mi assale. E il mio vecchio vizio di non voler essere quello che gli altri vogliono che io sia mi domina ancora.
Ripenso all'autenticità del ragazzo che fui: bastava un goal di Klinsmann, una nuova canzone di Bennato, un passaggio in TV del western di Leone.
E mi ricordo di dieci anni fa, oggi, sì: 15 aprile 2008. Ero a Sassari, forse con una ragazza, non ricordo. Seduto nel bar di fronte alla Facoltà parlavo e una sensazione di gioia incontrollabile mi faceva sognare. Non sapevo che cosa la orientasse, ma era meraviglioso.
Ieri come oggi, la stessa frenesia.
Non volevo già allora essere professore, non lo voglio ora. 
Mi sento sempre quel bambino ingenuo e un po' fuori posto degli anni Ottanta; quel ragazzo anarcoide e a modo suo degli anni Novanta.
Intorno il circo delle apparenze non mi incanta. Mi annoia. Sa di grigio e ipocrita. E io, al solito, partecipo svogliato al girotondo. Lascio le mani degli altri, e sul più bello. 
Ho spedito un vecchio video a Paolo e ad Andrea.
Mi viene in mente un vecchio goal di Berti, un riff di chitarra, una nuova storia da raccontare...

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