La scuola poetica siciliana

La scuola siciliana nasce alla corte di Federico II di Svevia. Questi,  nato nel 1194 e definito stupor mundi (cioè prodigio del mondo) per il suo amore per la cultura e per la sua intelligenza, eredita dalla madre Costanza d'Altavilla il regno normanno di Sicilia. Succede al padre Enrico VI come re di Germania, ma si trasferisce in Sicilia, soprattutto a Palermo, e si circonda di intellettuali, poeti, filosofi, artisti e diventa il promotore di un sistema culturale, la cosiddetta Magna Curia, senza precedenti, aperto a influenze culturali diverse e molteplici. 
Tale ambiente culturale variegato si definisce come cosmopolita
La Magna Curia era itinerante: si spostava da Palermo a tutta la Sicilia, con numerose puntate nel Sud Italia.
Fra coloro che appartenevano alla corte di Federico II vi erano anche i poeti provenzali che ebbero un'influenza determinante nella nascente lirica poetica siciliana.
Va chiarito che la Scuola poetica siciliana non è da confondersi con l'idea che noi oggi abbiamo della scuola: è piuttosto un grande circolo di intellettuali e poeti che scrivono poesie utilizzando il volgare siciliano illustre: un volgare letterario, ben diverso da quello del parlato, modellato sul latino e caratterizzato da latinismi e provenzalismi.

I temi: l'amore domina su tutto. I temi sociali o politici sono banditi. L'obiettivo è quello di intrattenere in maniera raffinata cantando la bellezza delle donne, raccontate e descritte come signore del cuore del poeta. La donna è rappresentata come un ideale: è bellissima, virtuosa, cortese, inaccessibile. L'amore è raccontato anche nei suoi effetti. Spesso al desiderio viene associata la nostalgia per l'assenza o la lontananza della donna amata.

I rappresentanti: Iacopo da Lentini è considerato il padre del sonetto (composto da due quartine e da due terzine) ed è il più importante poeta della corrente in questione. Fu notaio e cantò la bellezza della donna associandola a qualcosa di divino. In Meravigliosamente pose al centro del componimento la timidezza dell'innamorato che osserva estasiato e di nascosto la donna amata, senza parlare, ma  sentendosi stringere il cuore da un sentimento intenso, struggente e meraviglioso.
Altri scrittori importanti sono Stefano Protonotaro, Pier della Vigna, Guido delle Colonne, Giacomino Pugliese.

Federico II muore nel 1250 e la Scuola poetica siciliana continua sotto la guida del figlio Manfredi per terminare nel 1266 con la morte di quest'ultimo.

La scuola siciliana conosce la propria fioritura tra il 1220 e il 1260 e influenzerà lo Stilnovo e tutta la poesia toscana della Seconda metà del XIII.
La poesia siculo toscana riprende le caratteristiche di quella siciliana, ma in un contesto ben diverso, quello dei Comuni. Firenze, Pisa, Siena, Lucca e Pistoia sono i centri in cui si sviluppa tale poesia. A differenza dei siciliani, però, tali poeti aggiungono ai temi amorosi anche quelli legati a contenuti civili e politici, senza tralasciare quelli morali e religiosi.
Il più significativo autore di tale corrente è Guittone d'Arezzo.




Commenti

Post popolari in questo blog

Per una lettura gotica dei "Promessi sposi"

Ariosto: Alcina, l'illusione e il reale da drogare

Il gattopardo: la trama e la metafora decadente dell'esistenza.