Recensione primi due capitoli di Febbre rosa

Febbre rosa

Una mattina, Veronica, sedici primavere di tormentose estasi, viene trovata strangolata nel suo letto.
L'indagine è affidata all'ispettore Massimiliano Riperti, padre di Camilla, compagna di classe della vittima. Indagine a doppio binario, dunque, crocevia esistenziale, tra il privato e la cronaca nera.
Febbre rosa, di Renato Esposito, Logus Edizioni, si presenta così nei primi due capitoli: tutto deve essere mostrato.
E sia. Se il primo capitolo si contorna delle stereotipie del giallo, il secondo vi aggiunge l'azione da poliziesco. Ma, ripeto, tutto è esibito, sovraesposto, ridondante. Ed è caratteristica del nostro tempo 'multimediale', televisivo.
Esposito ha, certo, tanto da imparare, ma il lettore con lui. 
In un passo del secondo capitolo l'autore vorrebbe trasmettere tensione in un dialogo, rinuncia però a crearla con artifici tecnici e fa dire al narratore che il silenzio si stava caricando di tensione. Ecco, la enuncia, ma quella tensione non la crea. Non vi è necessità, infatti, di glosse o chiose quando il meccanismo funziona.
Eppure, proprio perché costruito sull'accumulo, tra sussulti di pseudomimetismo dialogico e tensione realistica, Febbre rosa va letto, per diagnosticare attentamente i sintomi della scrittura media da romanzo d'intrattenimento e valutarne la ricezione (o la ricevibilità) conseguente.
E per analizzare quale funzione possa avere una dose così massiccia di aggettivi appositivi.




Lugus Mondi Interattivi è un editore coraggioso, promuove un romanzo a puntate come ai tempi che furono, con tutti i rischi che una simile operazione può produrre.

Commenti

  1. Complimenti per la recensione, una delle più noiose che abbia mai letto, ti fai scudo di termini ampollosi per coprire una mancanza assoluta di talento letterario, probabilmente ne sei consapevole e per questo mostri i denti in una critica che non ha alcuno scopo eccetto quello, mi ripeto, di annoiare e smontare un lavoro di ottima fattura. Sono tempi televisivi hai ragione, e forse farebbe bene vederne un po' anche a te, chissà che non impareresti l'arte di intrattenere qualcuno che non sia il proprio ego.

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