Il bacio della notte
Questa notte, dopo il risveglio poco prima dell'una, ho vagato nel buio.
Poi ho sognato Argo, il mio cane regalatomi da papà nell'estate del 2000, che fuggiva dalla mia casa al mare. E lo chiamavo, era sera, o notte, forse; avevo paura che non tornasse più. Ad un tratto l'ho visto in lontananza e ho urlato e la mia voce, sorella del fuoco e del dolore compagna, continuava a ripetere quel nome, Argo, in un terremoto di fiamme.
Argo, come si squarta l'innocenza? Tu che non l'hai mai persa, tu che non hai mai saputo.
Argo, Gilda, Ulisse, Jack, Virgola e Bobo: i miei cani, compagni di giochi e di corse nei campi, custodi di segreti.
Un altro tempo, un altro mondo.
Il bacio della notte, per il mio sangue, si fa incandescente vertigine, ondate di sussulti: - Vieni - sembra sussurrino - vieni...
Un altro tempo, un'altra luna.
Il bacio si tinge d'amaranto, rubino su rubino per tacitare i pensieri.
E nel sogno, quello che si perde...

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