Maciste nella valle dei nani (1960)


Sinossi: Tanaquilla è una ragazza che soffre di sonnambulismo. Durante una delle sue solite ‘passeggiate’ notturne finisce per essere imprigionata da due barbari. Proprio poco prima che questi riescano ad abusare di lei, giunge in suo soccorso Maciste che, battendosi valorosamente, uccide i suoi aguzzini. Maciste e Tanaquilla fanno poi l’amore nei pressi di un lago. L’indomani il nostro eroe si risveglia solo, beve e si accorge di essere in una immensa valle. Improvvisamente un’orda inferocita di nani guerrieri invade il territorio circostante e dopo aver assalito Maciste, in seguito ad una cruenta battaglia, lo costringe in catene. Una volta imprigionato, l’eroe è costretto a svolgere durissimi lavori come schiavo e a subire le umilianti pene che Ariago, lo storpio capo tribù, gli infligge. Durante una tempesta, Maciste riesce a liberarsi con l’aiuto di Ermedea, sorella di Ariago, profondamente innamorata di lui e a uccidere il capo dei nani staccandogli la testa. Ermedea si uccide per il rimorso buttandosi nel fuoco, mentre Maciste fugge dalla valle, incontra nuovamente Tanaquilla in preda al suo sonnambulismo e la sveglia con un bacio.



Signor Scamazzato, a chi è venuta la bizzarra idea di contrapporre un esercito di nani a Maciste?
Se non ricordo male l’idea è stata di Gino Crudi, mio amico e sceneggiatore del film. Ci conosciamo sin da bambini, per un po’ abbiamo seguito strade diverse (io facevo l’aiuto regista nei Peplum della seconda metà degli anni Cinquanta, lui ha scritto un romanzo e poi si è dedicato a lungo all’apicultura). Un giorno mi telefona un produttore che voleva girare un film a basso costo, mi vuole offrire la regia. Io accetto felice e Bragozzi (così si chiamava il produttore) mi dice che ha pronta una sceneggiatura che sfonda, me la manda e trovo la firma di Gino! Sono rimasto di stucco, anche perché la storia mi sembrava una grande stronzata, e mi sono ritrovato a lavorare con Gino.

Quindi la storia non le piaceva?
No, troppe lungaggini. E poi in origine Maciste combatteva con le nane. Allora mi sono imposto e Gino ha cambiato: ha tagliato qua e là e fatto diventare maschi i nemici di Maciste.

Quanto è costato il film?
Una trentina di milioni. In realtà avevamo solo una mezza dozzina di veri nani. Ho usato i bambini e li ho truccati. Non può nemmeno immaginare quanti problemi mi abbia causato questo espediente, mi hanno detto che potevo causare traumi psichici ai bimbi e ancora oggi non mi spiego il perché.

Maciste in principio doveva essere Gordon Mitchell, vero?
Sì, oppure Steve Reeves, che aveva girato già due Ercole, ma costavano troppo. Allora mi sono ricordato di un forzuto visto poco tempo prima al circo e l’ho scritturato.

Costanzo Gravau.
Esatto. Aveva un’espressione perennemente perplessa, mi sembrava adatto per la storia. Era un italo-turco psicotico, ma molto motivato sul set.

Il film è uscito nelle sale a Marzo e ha scatenato un putiferio. In molti hanno visto nello scontro fra Maciste e i nani una metafora del conflitto fra il capitalismo degli U.S.A. e il Comunismo. E’ stato accusato di Bolscevismo oltranzista dai cattolici. Gli intellettuali di Sinistra hanno addirittura bollato il suo film come nazista, ritenendolo una sorta di apologia hitleriana. Qual è la verità?
I critici sono una massa di idioti! Io non sapevo manco che cosa fossero i bolscevichi e tutta ‘sta storia non ci azzecca nulla con la politica. Io ho girato solo un film, pensavo solo a far quadrare i conti e a divertire il pubblico. Le altre ipotesi sono tutte stupidaggini: le pare che uno sano di mente possa essere filonazista?

Non voleva mandare, dunque, un messaggio di tipo rivoluzionario?
No, anche perché non so come si fa.

Alcuni cattolici, inoltre, sostennero che il suo film incitasse all'omosessualità o alla pedofilia per le battaglie fra Maciste e i nani. Rifiuta anche questa interpretazione delle cose?
Certo, perché, ripeto, io pensavo solo a fare spettacolo e, a quanto pare, non ci sono riuscito. Una volta, però, ho incontrato un cardinale che si dimostrato un profondo conoscitore ed estimatore del mio film.


Lei, allora, votava a Sinistra?
Ho sempre votato Democrazia Cristiana fino al 1964, quando un gruppo di intellettuali comunisti mi ha rincoglionito. Ora voto a Sinistra per abitudine. Faccio l’uomo di Sinistra per abitudine, anche se non me ne fotte nulla.

Fa insomma un po’ come D’Alema?
Mah, non direi, lui è sempre stato un uomo sinistro.

Dove è stato girato il film?
Nelle praterie della Manziana, in fretta e furia.

Le sequenze relative alle torture di Maciste paiono efficaci, mentre le parti in cui Ermedea mostra le sue arti seduttive appaiono ridicole.
Ma sì, ma sì… Ma la cosa curiosa è che il film è stato boicottato, ha incassato un terzo di quanto è costato e io sono stato rimasto disoccupato (non ho fatto nemmeno l’aiuto regista) fino al 1964. Nel frattempo il cinema italiano stava cambiando. I Peplum non incassavano più e stava per arrivare Sergio Leone…

Come ha passato, allora, gli anni fino al 1964?
Con disperazione. Giravo da un produttore all'altro chiedendo di lavorare e mi sentivo dire no, che non potevo perché ero bruciato e a seconda di chi mi trovassi di fronte ero a favore della pedofilia, oppure un bolscevico oltranzista, un filonazista, facevo paura a tutti. Nel 1963 ho abbandonato il cinema e ho preso in mano la macelleria di mio padre. Sfogavo la mia rabbia e la mia frustrazione tagliando carne e pestando bistecche. Presto mi feci un nome e molti venivano a vedere il regista macellaio all'opera. Fu in quella circostanza che conobbi Suor Arianna, una ventenne dall'aria timida e schiva che s'innamorò follemente di me, buttò alle ortiche il soggolo e mi sposò nel maggio del 1964.

E qui entra in scena Arianna Capuozzi, futura protagonista di alcuni suoi film. Certo che dalla vita monacale a quella sul set il passaggio non dev'essere stato semplice.
Si sbaglia. Arianna, mi diceva sempre, si era fatta suora perché le sembrava una bella parte drammatica da interpretare. Lei è sempre stata una istintiva, passionale, un po' così. Una volta si è buttata dal terzo piano di un albergo in piscina perché si sentiva osservata in malo modo dal facchino e aveva avuto bisogno di sbollire la rabbia. Un giorno invece, ha preso a morsi un cane perché ci abbaiava e l'ha ridotto in fin di vita. Abbiamo pagato una multa salata per maltrattamento di animali. Lei è fatta così.



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