SuperMarilyn
Non sarebbe bello se esistesse una nuova supereroina? Una che avesse come poteri straordinari la tenerezza, la dolcezza, la poesia del sorriso?
Vi immaginate se al posto dell'insopportabile Superman (ancora al cinema, in questi giorni, e non se ne può più) ci fosse, che so, SuperMarilyn?
Il potere della tenerezza: che cosa c'è di più nobile? Quella che manca a chi uccide in nome di non so quale assurda giustificazione. Quella che ti fa crescere i figli e ti invoglia a sentire il dolore dell'altro e a misurare te stesso in base alle virtù e ai vizi del prossimo.
E la dolcezza? Dove la mettiamo? Quella che ti fa amare la vita perché in ogni secondo in lei scopri un battito nascosto, meraviglioso ed effimero, stordente ed incantatore? Quella che fa innamorare di una ragazza dallo sguardo limpido. Quella che ti spinge a guardare i bambini mentre giocano.
E la poesia del sorriso? Esiste qualcosa di più prezioso di chi, in questa frenetica corsa e folle, ti sorride, improvvisamente, così, perché gli va?
E poi, diciamocelo anche a costo di corteggiare la retorica, quanti altri voli dovremo sopportare di questi omoni in calzamaglia, con la mascella volitiva e il petto così scolpito da far impallidire il David di Michelangelo, intenti a salvare il mondo a suon di pugni e spacconate? Superman, il cui mantello svolazza al vento come una bandiera di un'ideologia un po' troppo ingombrante, è l'apoteosi del supereroe che risolve ogni grana con la forza bruta, magari scambiando la diplomazia per un'ennesima scazzottata tra grattacieli. Un'icona di un'America che, con la sua insopportabile e tragicomica onnipotenza, si erge a paladina universale, dimenticando la forza del sussurro. Ci ha abituati a cieli solcati da proiettili umani, a esplosioni tonitruanti al cinema e a dialoghi da algoritmo spietato.
No, molto meglio un soffio di brezza, un velo di seta che accarezza la pelle, un sorriso che si schiude. Molto meglio SuperMarilyn, che non ha bisogno di volare tra le nuvole per toccare il cuore, né di sferrare pugni per disarmare l'odio. Il suo superpotere è nella curva delle labbra, nella luce degli occhi che invitano al sogno. Immaginatela mentre canta una melodia sussurrata, con la sua risata cristallina che si diffonde nell'aria, invitando il mondo intero a deporre le armi e a perdersi nella dolcezza di un istante. Un'icona che ci ricorda che la vera rivoluzione non è quella che distrugge, ma quella che accarezza, che sorride, che sogna. E in quel sogno, forse, si nasconde la salvezza.
E adesso ridete pure di me e datemi dell'infantile.
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