Senso del perduto



Per me i sogni più intensi, che mi danno le emozioni più forti, sono quelli che contaminano la gioia con la nostalgia, il desiderio regressivo con una lacerante malinconia che non è spiegabile a parole. Sono sempre sogni in cui ricerco qualcosa: un luogo, una ragazza, un oggetto.
Stanotte il sonno mi ha regalato un luogo onirico meraviglioso, che sapeva di ritorno a casa e allo stesso tempo di impossibilità di questo. Cercavo una ragazza con la quale ci siamo voluti bene, anche se per poco tempo. Ed ecco la sensazione struggente di una piazza a metà tra quella di una cittadina e di un'isoletta; il vagare in una stazione che lasciava partire un trenino per una sola fermata (ma tutto fatiscente, oscuro, sotterraneo, da metropolitana, eppure tanto seducente, ingenuo, accattivante); la ricerca di una scuola che si confonde con simulacri del mio passato universitario e ha qualcosa di simile ad un convento.
Io vago, vago, mi perdo, cerco lei, il suo sguardo felino, i suoi capelli neri, la bocca rosseggiante di giovinezza; so che è tutto finito, ma ho voglia di rivederla per chiacchierare, per recuperare qualcosa. Forse solo un'illusione.
Poi compare la sorella maggiore; è su una macchina bianca, mi dice che la ragazza che cerco è commessa in un supermercato e io provo una leggera delusione: lei aveva tante qualità, allora, quando passeggiava con me, quando accarezzava il futuro.
Finalmente entro nel negozio, la vedo, provo un brivido di gioia: splendida, abbronzata, maglia bianca. Le voglio tanto bene, lei lo sa. Ci sorridiamo, si prepara a passeggiare con me, avverte la padrona del Market. Sento che andremo verso la periferia, là dove comincia la campagna e io le dirò ti voglio bene, perché mi va, perché lo sa che sono così: spontaneo, ingenuo, spiazzante.
Siamo per la strada ma ecco che qualcosa turba il tutto. Lei sale in macchina, mi dice che andrà via perché il mio non è altro che un tentativo di crearmi una sorta di diversivo (non dice così, ma non riesco ad esprimerlo meglio). 
Non è vero, io so che è tutto finito, che non voglio rubarle baci o confonderla.
Ma lei, senza rabbia, con razionalità, con sguardo adulto, si allontana e va via.
Rimane quel senso del perduto, quell'incantesimo che solo i sogni e le occasioni mancate sanno regalare.

E mi sveglio. Capisco che è intervenuto il mio Super Io: è stato lui a decidere che lei doveva andare via per sempre, proprio mentre il sogno s'avviava al termine.
E' stato bellissimo. Mi ha lasciato buon umore per la prima metà della giornata...

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