Parla la signora Pace: il rock di Filippo mi spappola il cervello
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La prof.ssa Maria Grazia Ledda, moglie di Filippo Pace |
Professoressa, come mai ha deciso di rilasciare quest'intervista?
Perché voglio che finalmente la gente sappia. Sono stanca.
In che senso? A che cosa si riferisce?
Vede, io amavo la musica di Mango e in genere il pop oppure le canzoni di forte portata melodica come quelle cantate, per esempio, da Elisa o Giorgia. Da quando sono con Filippo mi tormenta con il rock. Badi bene, non solo quello in generale, ma proprio il suo, quello composto da lui.
Si spieghi meglio...
Avrà composto un centinaio di pezzi, quasi tutti agitati, irriverenti o sopra le righe. Non ne posso più, mi spappola il cervello. Dopo aver registrato le sue canzoni me le spara in macchina a tutto volume. Queste urla e queste chitarre distorte mi ubriacano.
Non dev'essere facile, immagino.
Non ne posso più. L'ho invitato e frequentare anche altre donne per canalizzare in maniera meno dolorosa tutto ciò.
Interessante: lui come ha reagito?
Mi ha risposto che è interessato solo a un certo tipo di ragazza di colore che può fare i cori a "Benvenuti al circo" il suo pezzo più rappresentativo (parole sue). Mi dica lei come devo fare. Ai suoi alunni dice che niente conosce di più sexy della fantasia.
Non deve essere facile sopportalo: come fa?
In realtà basta lasciarlo nel suo mondo e controllare i suoi eccessi con il buonsenso. Pensi che voleva creare un suo finto necrologio e diffonderlo sulle sue pagine. Io gli ho letto un passo di Seneca in latino senza tradurglielo e gli ho spiegato che ci sono modi più sani di relazionarsi con il prossimo.
E i suoi libri?
Schizofrenici.
Cioè?
Alterna critica letteraria e novelle a romanzi in cui ci sono donne senza testa, uomini costantemente aggrediti dai cani, assassini che si fanno chiamare Scorpione, Tarantola. Cambia sempre genere.
Come mai?
Perché è umorale, bizzoso, imprevedibile e si annoia facilmente. Non sa nemmeno lui quello che vuole.
Ha pensato di farlo vedere da qualcuno?
Guardi che per tenerlo buono basta fargli vedere un bel film, magari di Sergio Leone, e non si ricorda più di nulla. Poi, però, finisce il film e riattacca con il rock. Sono andata da un otorino: mi ha consigliato i tappini per le orecchie, ma le rivelo un segreto: li uso pure quando attacca a fare i suoi discorsi su Sergio Leone oppure quando entra in conflitto con il sistema.
Come entra in conflitto con il sistema?
Non lo so, so solo che un modo per risanare pacificamente tale conflitto è quello di prendere in mano la chitarra e riattaccare con il rock.
Sa che la sua pazienza è ammirevole?
Me lo dice sempre anche mia comare Ilaria. Una volta io e lei chiacchieravamo e mio marito si è avvicinato e ha composto per lei "Voglio un ermafrodito androgino". Ci ha devastato la testa.
Incredibile!
Comare Ilaria mi dice sempre di farmi coraggio. Mi aiuta la sua vicinanza in questo senso, lei è molto saggia e ha il garbo di non dire a Filippo che le sue canzoni non le piacciono.
Beh, questa però è una storia di amicizia commovente.
Lo so, per questo voglio che tutti sappiano che se ogni tanto mi vedono provata è per il rock di mio marito. Pensi che quando ci siamo sposati mi ha dedicato un suo pezzo "Speriamo che cambi" e "Signor censore" di Bennato, con l'ausilio del suo amico di sempre, Andrea.
Nessuna canzone d'amore, insomma.
No, lui detesta quelli che chiama lamenti amorosi. Scrive le parodie delle canzoni d'amore: "Rose passerotti e violini", "Se saresti qui con me", "Ci sono sette quaglie": ovviamente strilla come un pescivendolo ubriaco.
Coraggio, lei è una donna forte.
Mi aiuta molto la mia formazione classica.
La salutiamo e le facciamo in bocca al lupo.
Grazie, ma credo che farò scorta di tappini. Cari saluti a tutti.
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