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Visualizzazione dei post da 2025

Ciao Renata, ti volevo bene...

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Non avrei mai voluto ricevere quella telefonata, oggi, una volta uscito da scuola. Non avrei voluto mai sapere che te ne sei andata. Non sai quanto, da bambino, ti ero affezionato e ti volevo bene. Ma sì, in fondo lo sai, lo hai sempre saputo. Nel mio ricordo mi sorridi sempre e poi ridi, scherzi, parli in siciliano con papà. Nel mio ricordo non te ne sei andata, sei là, da qualche parte nel mio passato, l'eterno mio presente.  Quelle estati... Ti ricordi quando guardavamo i mondiali seduti insieme, con il tepore che scivolava dalle stelle, sulle scale di mia nonna? Non sembra vero che si siano rincorsi più di trent'anni, da allora, anni assassini che mi hanno portato via tanto, troppo amore. Non te ne sei andata, sei ancora lì, mentre ridi con noi, mentre reciti con mio padre, mentre sei con Francesca, Michele e Gianfranco. Non potevo non scrivere di te. Ti voglio bene...

Analisi strutturalista di "Cocotte" di Guido Gozzano

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  I Ho rivisto il giardino, il giardinetto contiguo, le palme del viale, la cancellata rozza dalla quale mi protese la mano ed il confetto… II «Piccolino, che fai solo soletto?» «Sto giocando al Diluvio Universale.» Accennai gli stromenti, le bizzarre cose che modellavo nella sabbia, ed ella si chinò come chi abbia fretta d’un bacio e fretta di ritrarre la bocca, e mi baciò di tra le sbarre come si bacia un uccellino in gabbia. Sempre ch’io viva rivedrò l’incanto di quel suo volto tra le sbarre quadre! La nuca mi serrò con mani ladre; ed io stupivo di vedermi accanto al viso, quella bocca tanto, tanto diversa dalla bocca di mia Madre! «Piccolino, ti piaccio che mi guardi? Sei qui pei bagni? Ed affittate là?» «Sì… vedi la mia Mamma e il mio Papà?» Subito mi lasciò, con negli sguardi un vano sogno (ricordai più tardi) un vano sogno di maternità… «Una cocotte!…» «Che vuol dire, mammina?» «Vuol dire una cattiva signorina: non bisogna parlare alla vicina!» Co–co–tte… La strana voce pari...

Mia nonna e il pugile nigeriano Ayo Ndubuisi

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  Mia nonna ha novantacinque anni compiuti. Da qualche mese è diventata amica e confidente del ventisettenne pugile nigeriano Ayo Ndubuisi. Insieme siedono sul divano dopo un allenamento di lui, godono il crepitio del fuoco e discorrono amabilmente di politica e di religione, di dermatite atopica e dell'artificio della regressione nel Verga verista. Ayo ascolta rapito i discorsi di mia nonna: la saggezza degli anziani è sempre miele per il cuore di chi ha l'animo nobile e gentile. E mia nonna, a sua volta, apprezza lo spirito di sacrificio del pugile, i suoi allenamenti all'alba, le corse in periferia. Quel lambire i campi e sedurre la fatica con il sogno sono un balsamo che anestetizza ansie e timori. Ogni tanto le loro parole scivolano, in una soffio d'amarezza, sul comportamento del nipote della donna: un bravo ragazzo - sì, certo, non si è mai sballato - però potrebbe fare di meglio. Refrattario a lasciarsi incasellare in qualsiasi etichetta, totalmente indifferente...

"Raccontami i tuoi sogni": gli studenti presentano il primo appuntamento della Rassegna Letteraria del Liceo Scientifico

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Occhi accesi di vita, sorrisi imbevuti di giovinezza, futuro da accarezzare: lascio a loro, ai ragazzi, la parola per presentare il primo appuntamento della Rassegna letteraria del Liceo Scientifico "L. Mossa" (in collaborazione con Federica Catasta e la sua associazione Suentu Lab). Saranno gli studenti, infatti, i veri protagonisti dell'evento insieme al bravo scrittore Alessandro De Roma, che ci onora con la sua presenza e che ringrazio. Ecco le testimonianze degli alunni della VB, subito dopo la foto che li ritrae insieme. Partendo da sinistra e andando verso destra: Alice Careddu, Andrea Carta, Cristiano Corrias, Giacomo Cudoni, Paolo Moretti, Hilary Ponzo. Alice Careddu : Gli interessava solo avere un po’ d’aria da respirare dentro le pagine delle sue letture e godersi quelle liberatorie rievocazioni nostalgiche […] Tutto purché non si trattasse della vita : così lo scrittore Alessandro De Roma offre la propria visione della lettura, un tesoro inestimabile offertoci...

Otto Rank e il doppio: Plauto, Shelley, Stevenson a confronto

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Otto Rank sul tema del doppio (o Doppelgänger ) ha scritto un saggio fondamentale del 1914. Questi analizza il motivo del doppio come un'entità che ha subito una profonda evoluzione storica e psicologica, partendo dalla sua origine. Nelle prime fasi mitologiche e culturali, il doppio è spesso visto come un'entità protettiva, una sorta di angelo custode o l'anima che continua a vivere dopo la morte. Rank rintraccia questa concezione arcaica in figure come il sosia o il riflesso, in cui la perdita del proprio doppio (ad esempio, l'ombra o il riflesso in uno specchio) era temuta perché significava la perdita dell'anima e l'anticipazione della morte. Il doppio, in questa fase, è il primo nemico dell'Io che, nonostante l'intento protettivo, segnala la finitezza. Con il passare del tempo e l'emergere di una maggiore consapevolezza dell'Io individuale, la figura del doppio subisce una trasformazione patologica nel Romanticismo e nella letteratura succes...

La superstizione nel "Satyricon" di Petronio e nel "Malocchio" di Svevo

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La superstizione è nemica dell'intelligenza? Confrontiamo la tematica attraverso la rappresentazione che ne danno due autori lontanissimi nel tempo fra di loro: Petronio e Svevo. L'argomento è trattato con prospettive e funzioni narrative profondamente diverse, riflettendo le epoche e le sensibilità culturali dei rispettivi autori. Satyricon di Petronio: satira e costume sociale Nel Satyricon la superstizione è utilizzata principalmente come strumento di satira sociale e caratterizzazione dei personaggi, in particolare nella famosa sezione della Cena Trimalchionis. Questo irrazionale approccio esistenziale è diffuso tra i personaggi, specialmente fra i liberti arricchiti come Trimalchione, che ostentano le loro credenze in modo eccessivo e ridicolo. Basti ricordare l'insistenza di Trimalchione per far sì che gli ospiti entrino nella sua dimora con il piede destro per evitare la sfortuna e la sua ossessione per la morte e i riti funebri. Petronio non indaga la psicologia...

"Sergio Leone: mito e poesia": rassegna stampa.

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  In questa pagina, in continuo aggiornamento, sono inseriti gli articoli più significativi sul mio saggio su Sergio Leone dedicato a mio padre.  Intanto ecco il link della pagina del saggio sul sito della casa editrice Condaghes: https://www.condaghes.it/scheda/978-88-7356-434-8/sergio-leone-mito-e-poesia/it Qui, sebbene presente o ordinabile nelle librerie, il link per l'acquisto online: https://www.saribs.it/scheda.asp?id=SBS-978-88-7356-434-8&ver=it&ref=con "La Nuova Sardegna", Antonella Usai, 3/7/2025: "Olbia.it", Barbara Curreli, 6/7/2025: https://www.olbia.it/olbia-sergio-leone-e-cera-una-volta-il-west-raccontati-attraverso-le-parole-i-ricordi-e-i-sogni-di-filippo-pace- "Sassari notizie", Redazione, 11/7/2025: https://www.sassarinotizie.com/2025/07/11/esce-sergio-leone-mito-e-poesia-il-nuovo-saggio-di-filippo-pace/ "Logudoro Live", Piera Anna Mutzu, 11/7/2025: https://www.logudorolive.it/sergio-leone-mito-e-poesia-il-nuovo-sagg...

Contro lo snobismo borghesemente antiborghese della "Noia" di Moravia

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Il mio credo estetico - anche se detto così sa un po' di trombone borioso - è la negazione della tiepida ipocrisia borghese: il vero genio risiede nella capacità di muovere il pathos , non nel freddo calcolo formale. L’arte è l’atto emozionale che precede, e fonda, ogni pensiero autentico. La letteratura che mi interessa, così come il cinema, non deve informare il cervello, ma colpire al cuore. Se un’opera fallisce nel compito primario dello Spettacolo (come esperienza sensoriale e sentimentale), allora non è che un narcisistico esercizio di stile per la borghesia che si auto-contempla . E qui sta il punto: l'impegno non è un'etichetta sventolata in copertina, ma la verità interiore dell'autore. La critica che eleva la Noia di Moravia a caposaldo è complice di questo gioco: l'accigliato genitore degli Indifferenti , protetto da un coro servile e plaudente di intellettuali che scambiano la distanza chirurgica per profondità, descrive la nevrosi senza contagiarla...

C'era una volta Claudia Cardinale

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  La prima volta che la vidi ero bambino: in bianco e nero, imbronciata eppure così irresistibile, era la Carmela de I soliti ignoti del mai troppo rimpianto Mario Monicelli.  Claudia Cardinale aveva qualcosa di stregonesco sospeso tra malinconia e sensualità; labbra tinte d'impudichi rimpianti, era la giovinezza e l'urto della vita. Per me, di una vita quale autostrada infinita di gioie, scoperte, piaceri. Poi sarebbe diventata il mio sogno, lentamente, crescendo, dopo averla vista, capita e sentita nel grandioso C'era una volta il West , del mio Sergio Leone. Per sempre la musica di Morricone nella memoria si sarebbe intrecciata al suo arrivo alla stazione: la promessa di un piacere che non si sarebbe mai potuto volgere in dolore , come scrive Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo . Eppoi a lei che guerreggia nel letto con il sadico Frank oppure alla fine, quando aspetta che Armonica le dica qualcosa e che si fermi con lei. L'avrei vista trasformarsi via via in Angelica ...

Il bacio della notte

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  Questa notte, dopo il risveglio poco prima dell'una, ho vagato nel buio. Poi ho sognato Argo, il mio cane regalatomi da papà nell'estate del 2000, che fuggiva dalla mia casa al mare. E lo chiamavo, era sera, o notte, forse; avevo paura che non tornasse più. Ad un tratto l'ho visto in lontananza e ho urlato e la mia voce, sorella del fuoco e del dolore compagna, continuava a ripetere quel nome, Argo, in un terremoto di fiamme. Argo, come si squarta l'innocenza? Tu che non l'hai mai persa, tu che non hai mai saputo. Argo, Gilda, Ulisse, Jack, Virgola e Bobo: i miei cani, compagni di giochi e di corse nei campi, custodi di segreti. Un altro tempo, un altro mondo. Il bacio della notte, per il mio sangue, si fa incandescente vertigine, ondate di sussulti: - Vieni - sembra sussurrino - vieni... Un altro tempo, un'altra luna. Il bacio si tinge d'amaranto, rubino su rubino per tacitare i pensieri. E nel sogno, quello che si perde...

Le origini della Letteratura latina: le prime forme e il teatro arcaico

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  Un inizio pratico, non poetico La letteratura latina non nasce da grandi poemi epici come quella greca. Le sue origini sono pragmatiche e legate alla vita quotidiana e istituzionale di Roma. Prima di avere opere letterarie nel senso che intendiamo oggi, esistevano forme di oralità funzionale: Carmina : erano componimenti in versi, non sempre di carattere poetico, usati in vari ambiti. Potevano essere religiosi (invocazioni agli dei), magici (formule per riti), celebrativi (canti di vittoria) o funerari (lodi degli antenati). Il più antico esempio noto è il carmen Saliare , un canto arcaico dei sacerdoti Salii, quasi incomprensibile già per i Romani stessi. Questo mostra come la lingua e le sue espressioni fossero in continua evoluzione. Annales Maximi : erano delle tavolette di legno, tenute dal Pontefice Massimo, su cui venivano registrati anno per anno gli eventi più importanti: guerre, carestie, prodigi, elezioni dei magistrati. Non erano storia, ma una semplice cronaca,...

Squali nel lungomare di Olbia

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  Sorpresa sorpresona ad Olbia! Mentre i prezzi aumentano e cresce la spazzatura (e i costi per mantenerla profumata anche d'estate) ecco che, con un colpo di scena degno dei più grandi teatranti d'Europa, l'Amministrazione comunale olbiese porta gli squali addomesticati - innocui, quindi, e sorridenti - nel suggestivo lungomare, quello che al tramonto si fa lambire dalle auree lacrime del sole e commuove chiunque non abbia del ferro arrugginito che pompa sangue alle arterie. Chi mi conosce da sempre sa quanto ami gli animali, specie quando sono utilizzati per dare soddisfazione ai turisti che giungono meravigliati a contemplare le nostre coste. E così, un paio di giorni fa, mi sono fatto fotografare in compagnia di un simpatico squaletto che mostrava le zanne ironico, di fronte alla serqua di abbrustoliti turisti, in preda allo stupore più genuino. E via con video su video da condividere nei social. Non tutti, a onor del vero, hanno apprezzato sia l'iniziativa dell...

Recensione della "Pastora" di Alberto Capitta

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  Selvaggia, ferina, belluina, macellaia, abbacinata dall'ebbrezza del sangue: è la pastora che viene chiamata a guidare l'Italia per superare un momento di crisi dovuto alla mancanza della carne. L'uomo forte che soddisfa i desideri - segreto inconfessabile di tanti abitanti della Penisola, appartenenti alle diverse classi sociali - è sostituito (e già questa è una trovata interessante) da una donna. La pastora , ultima invenzione letteraria di Alberto Capitta, edita dal Maestrale, conferma la potenza visionaria dello scrittore e offre interessanti spunti di riflessione non solo per quello che racconta, ma per ciò che manca, non rappresenta e che, proprio per questo, risulta ancora più disturbante. Partiamo dall'esplicito, con ordine: la pastora incarna il marcio, la putrefazione e la morte che sono legati all'immaginario fascista. Il pericolo che rigurgiti del Ventennio agiscano sottotraccia e possano riprendere il sopravvento è, ammettiamolo, realistico. La pasto...

Raccontami il mare

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Non so come sia capitato quaggiù. La stanza è grande, colorata e io sento una bellissima musica: è un sassofono che mi rassicura e mi invita ad andare, a cercare, a non fermarmi mai. Che allegre queste mattonelle a quadri rossi, verdi, azzurri, gialli. Chi sa chi ha pensato questo luogo così piacevole e strano... Il sassofono mi dice vai, guarda che oltre quella porta c'è qualcosa di bello, non avere paura, non lasci niente e nessuno, ritrovi soltanto quello che ti piace, quello che sei stato e che, nonostante tutto, continui ad essere: un sognatore. Non ci puoi fare niente, mi suggerisce quella melodia, se a volte il grigio intorno ti soffoca, se sembra che ti tolga ogni certezza per consegnarti al nulla della morte, non è colpa tua se da sempre, da quando eri bambino, ami incantarti, fantasticare, ascoltare e raccontare storie. E se il sassofono fosse nella mia testa? Vado, cullato da quella promessa di bellezza, e penso ai miei figli, al giorno in cui sono nati e li ho presi in ...